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"Ora del Salento", n.6 del 17 febbario 2001 (pag.5)

 

Il panegirico in onore di San Biagio

L'ultimo discorso del servo di Dio

 

 

Quell'anno non mi sentì di accettare. Ma suggerì il venerando nome di don Ugo all'invitante don Gino, rettore di Santa Chiara, che ben volentieri accolse il mio suggerimento, siccome ben volentieri fu accolta dall'invitato panegirista.

Alla mia prima proposta ne seguì una seconda, anch'essa accolta con molto piacere. Don Rafffaele ed io saremmo venuti ugualmente in Chiesa per ascoltare l'elogio di San Biagio detto da don Ugo e poi lo avremmo assistito in vesti liturgiche alla seguente solenne benedizione eucaristica.

Tutto andò per il suo verso: panegirico e rito, e si svolse nell'ambito di meno di un'ora. Nel suo dire Monsignore insisteva più sull'imitazione che sull'intercessione del Santo.

A celebrazione conclusa tutti ci recammo in sacrestia (preti e confratelli) per i "complimenti", di rito che senza distinzioni di ordine e grado consistevano in una fresella condita con olio e pomodoro.
Durante la cena frugale l'occhio dell'oratore si affissò su di un ritratto di un antico canonico del Duomo, già Rettore di quella Chiesa, don Vincenzo De Simone che nostro parente non era, ma ben conosciuto da noi in una con la sua famiglia. Da don Vincenzo il discorso si spostò al fratello Narsete, anch'egli canonico del Duomo che invece era Rettore della Chiesa (ora Basilica) del Rosario, non ancora parrocchia.

E del Rosario, quell'antivigilia di morte si parlò a lungo; anche perché il sullodato Rettore aveva organizzato solenni celebrazioni mariane, quando - all'inizio degli anni '90 - dal santo Vescovo Zola fu benedetta l'attuale Pala d'altare, fedele riproduzione del quadro miracoloso di Pompei. Allora il discorso lo tenne il citato don Vincenzo su invito del fratello don Narsete. Tutto questo era scritto in un numero coevo del periodico pompeiano che da qualche mese il buon Vicario - sudando sette camicie - era riuscito ad avere tra le mani.

A questa gioia per lui se ne aggiungeva una seconda: da una settimana Gli avevano procurato in un mio viaggio pastorale a Pompei l'edizione autentica dai "15 sabati", in uno dei quali il beato Bartolo Longo della conversione di un prete spretato avvenuta ai piedi di quell'altare e di quella Immagine. Era una notizia appresa da tempo ma mai letta da Lui. Così trascorse una buona oretta in discussioni storiche fra don Ugo e don Raffaele, mentre io origliavo quei discorsi felice di aver contribuito a quell'ultima gioia eterna del defunto Vicario.


Oronzo De Simone

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