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"Ora del Salento", n.3 del 27 gennaio 2001 (pag.4)

 

Una testimonianza

Un prete che non sprecava parole
Una santità nutrita di quotidianità

 

Quando si parla di santi si pensa subito a persone che si sono distinte per cose straordinarie. Ci pare impossibile coniugare i termini: santi-persone normali. Eppure essere santi nell'ordinario è possibile, e don Ugo è uno di questi.
Mons. De Blasi non ha conosciuto fenomeni straordinari nella sua vita, in lui tutto è stato normale. La sua vita è stata una vita di sacerdote e di cristiano devoto sì, ma nulla di più.
Un prete straordinario nell'ordinario. Un uomo di fede che sapeva contare su Dio.
Una persona che non ha sprecato la sua vita, ma che ha lavorato sodo e bene, spendendosi per la Chiesa che è in Lecce con grande fede e generosità.

Una santità che possiamo chiamare "normale", perché si è nutrita di azioni quotidiane, fatte bene, senza andare a caccia di cose straordinarie. Una santità alla mano, a portata di tutti, una testimonianza, che ancora oggi, aiuta a vivere bene.

Di lui si può dire che non ha mai perso tempo: o pregava, o lavorava. Non è un'esagearzione dire che tutta la sua vita fu una preghiera. Questa era il suo ossigeno, la sua forza e soprattutto il suo riposo.La sua preghiera era un raccogliersi sotto gli occhi di Dio, un aprirsi del cuore a Lui, un colloquiare confidente con il Padre dei cieli. Così lo colse l'ultima luce del tramonto.

Oltre ad essere un uomo do preghiera, don Ugo fu un maestro dal pensiero profondo e dall'esposizione chiara, un convinto predicatore della misericordia di Dio.

Era un sacerdote innamorato di Dio e quando un'anima entra in intimità con Dio sorge in lei il bisogno di espandersi, di comunicare agli altri qualcosa della propria ricchezza e della propria esperienza. Impossibile amare Dio e non essere acceso dal desiderio di vederlo amato. Da questa interiore ricchezza nasceva il suo apostolato.

Ai laici di Azione Cattolica, pupilla dei suoi occhi, insegnava: "quando avete fatto tutto quello che vi è stato ordinato dite: siamo servi inutili. Abbiamo fatto quello che dovevamo fare". Un prete che non sprecava troppe parole - "sì, sì - no, no".

Per lui la volontà di Dio era volontà di Dio, da realizzare meglio che si poteva. Meticoloso, serio, non ebbe mai paura di dire ciò che pensava, rendendosi magari antipatico a qualche persona, ma preoccupato soltanto di essere vero.

Rendiamo grazie al Signore che, specialmente in questi tempi in cui sembra che la fede venga meno, la testimonianza di questi maestri aiuta i buoni a rimanere fedeli nell'attesa della manifestazine ultima del Cristo.

Rosa Pezzuto


 

 

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