VIGILIA D’ARMI

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Nel cuore di ogni giovane Levita, che non guarda alle scorie, ma alla sostanza delle cose, in questo tormentato e tormentoso secolo nostro dovrebbe trovare un’eco lo spasimo di s.Paolo: “Dico la verità in Cristo e me ne rende testimonianza la mia coscienza nello Spirito Santo, che ho una tristezza grande con un incessante dolore nel cuor mio, poiché bramerei io stesso essere riprovato da Cristo per i miei fratelli. Ma come invocheranno colui, al Quale non credono ? E come crederanno a Colui, del Quale non hanno sentito parlare? E come ne sentiranno parlare senza chi predica? E come si predicherà, senza essere mandati?” (Rom IX, 1-3; X, 14 -15).
Ognuno di noi dovrebbe sentire questa solitudine per la defezione dei fratelli, e ciò non per fare il pessimista brontolone o il lodatore del tempo passato, ma per gettarsi a capo fitto, con tutti i mezzi e le possibilità del tempo presente, a conquistare anime a Gesù Cristo.
Contro tutte le forze disgregatrici non si può restare passivi, bisogna scegliere! E’ un dovere di carità: ché mandavit Dominus unicuique de proximo suo. E’ un dovere di giustizi: Spiritus Domini super me: propter quod unxit me, evangelizare pauperibus misit me Lc IV, 18-19.
La posizione di coloro che vogliono giudicare restando “al di sopra della mischia” è secondo quanto è stato scritto in un recente autorevolissimo articolo “supremamente cerebrale, ma supremamente vile” Ogni apostolo degno di questo nome deve prendere il proprio posto di responsabilità, che è sempre un posto di sacrificio.